ISCHIA PORTO
2022 - ISCHIA (NA)
Filippo Bamberghi
Appartamento
pubblicato su LIVING - Corriere della Sera
07/22
ISCHIA, ONDA OPTICAL
UN RIFUGIO ESTIVO FUORI DAGLI SCHEMI SULL'ISOLA FLEGREA. TRA CERAMICHE VIETRESI TRASFORMATE IN SEGNI GRAFICI, MOBILI EFFETTO INSTALLAZIONE E COLORI ALLA MONDRIAN
Un rifugio estivo a Ischia fuori dai soliti schemi. Leitmotiv: i grafismi dei pavimenti, un'onda optical di ceramiche vietresi in bianco e blu che invade ogni spazio con righe e zig zag. A sparigliare le carte e l'architetto Pasquale Bianchini, quarantanove anni, lucano con base a Napoli: «Reinterpreto lo stile mediterraneo a modo mio e senza cliché. Qui il Genius loci c'è ma non si vede. Le tecniche costruttive, i materiali e le tonalità solari sono quelle tradizionali dell'isola. Il linguaggio invece prende spunto dalle lezioni dei grandi maestri dell'arte e del design». Ispirazioni: l'ironico massimalismo di Memphis, i colori primari di Piet Mondrian, le superfici a strisce di Daniel Buren, le ceramiche decorative di Giò Ponti per il vicino Hotel Parco dei Principi a Sorrento, mescolate e remixate in una felice ridondanza di segni e cromie.«L' appartamento progettato per una coppia di imprenditori napoletani a Ischia Porto, in un palazzetto di inizio 900 affacciato sullo storico corso Vittoria Colonna». La via dello struscio, del Castello Aragonese, della movida ischitana. «Ho evitato l'effetto caratteristico a tutti i costi. I lavori di consolidamento delle mura hanno spazzato via ogni traccia di antico, quindi ho progettato ex novo un luogo gioioso e contemporaneo». Nell'immaginario di
Bianchini la `mediterraneità' è astratta e geometrica. E se le classiche piastrelle vietresi si traducono in opere site-specific, la palette di gialli, rossi e blu ha una valore architettonico più che decorativo, visto che definisce i passaggi dei tre ambienti in successione. «Il progetto riprende la spazialità delle gallerie d'arte, si articola in tre white box pensate come tele da riempire di elementi grafici e forme precise. Dove arredi e volumi danno vita a piccole installazioni domestiche. L'ultima 'scatola', poi, si apre sul patio e si collega alla dependance». Non è un museo, ma le stanze disegnate al millimetro e gli studiati scorci prospettici rafforzano il rigore. Si percepisce anche un tocco teatrale, con i pavimenti nel ruolo di protagonisti, i colori come fondale e gli oggetti che sembrano comprimari calibrati per stupire («Inserisco sempre un elemento spiazzante, quasi fuori posto, che rompe schemi e nuances»). L'effetto scenico inizia dalla scalinata d'ingresso con vista sul corso, lastricata di maioliche a spina di pesce che spiccano con l'evidenza di una segnaletica stradale, continua nelle geometrie del cortile e arriva alla prima white box del living. Rigorosamente in bianco e blu, la sala ha il suo coup de theatre nel gioco multipattern dei pavimenti a righe riprese dagli intonaci. La successione di stanze a cannocchiale messa a punto da Bianchini permette di vedere la cucina stando tranquillamente seduti sul divano. Lo sfondo è minimale: tavolo bianco, sedie nere di Arne Jacobsen, sospensione dorata di Michael Anastassiades. Più inaspettata la quinta di vetro laccato giallo, tesa come una vela sopra la zona pranzo a nascondere la camera degli ospiti soppalcata. Il lungo corridoio in rosso corallo porta alla terza `scatola' che contiene l'ambiente notte. Affacciata sul patio panoramico, la camera dei proprietari è arredata come la cuccetta di un panfilo. Letto sospeso e comodini in ottone lucido riportano subito alle atmosfere nautiche degli yacht attraccati giù al porto. «Il mio mix and match mescola in liberta pattern, colori, stili e arredi carichi di personalità. Sono pochi, essenziali, misurati, ma riempiono lo spazio in tutta la loro potenza espressiva».
MARA BOTTINI